Se la condivisione del potere e del ricatto innesca la meccanica della connivenza
Davanti
ad un mangiata ed ad una bevuta tutti sono amici. Più si
mangia e si beve, e tanto più si vuol ripetere
ininterrottamente il rituale dell’abbuffarsi. Anche a discapito
della fame degli altri. Anzi forse l’appetito diventa più
gustoso a discapito degli altri.
Basta
fare un po’ di beneficenza pubblica e la coscienza dei benpensanti
è sterilizzata come un pannolino in stoffa d’un bebè.
Nella legge anticorruzione doveva emergere il reato di traffico di
influenza.
Diceva
un vecchio servitore dello Stato capace di superare indenne tutte le
repubbliche che “il potere logora chi non ce l’ha”, memore dei
cari vecchi insegnamenti che hanno recato sfregio al suo ultimo
desiderio irrealizzato di diventare Presidente della Repubblica.
Quando
il potere si misura in voti e per moltiplicare il consenso diventa
necessario interfacciarsi con gruppi di potere è facile
correre il rischio di macchiarsi inseguendo l’ambizione di essere
legittimati dalla fame dei numeri. Perché in questa sequela di
periodi, temporali e letterari, finirò con l’esser tacciata
di essere poco democratica.
La
macchina è in corsa e per raggiungere l’obiettivo diventa
saggio scambiare la propria differente faciloneria, perché
legittimati dalle proprie irresponsabilità. Perché per
avere, a qualcuno bisognerà pure togliere e se in fondo è
così poco, nessuno se ne accorgerà.
Adesso
tuttavia a colpi di crisi e spread, stanno pesando in maniera
soffocante i passati micro prelievi nella fiducia e nella decenza.
La
libertà si manifesta nello scegliere ed esercitare il potere,
che dovrebbe essere l’atto di responsabilità verso chi è
governato. Quando i potenti iniziano a svestirsi del ruolo di
responsabilità assegnatogli perché altri membri, con un
ruolo dettato da un sistema dove il denaro, le lobbie e i ricatti
sono gli unici mezzi capaci ungere i meccanismi cigolanti della
lentezza burocratica e della legalità, allora lo scambio ed il
favore diviene l’unica comunicazione possibile tra gruppi aventi
interessi incidenti.
In
un periodo di crisi lavorativa, quando le richieste legittime di
aiuto divengono esponenziali, il tasso di ricattabilità e
connivenza di tutti i membri diviene maggiore.
Mentre
la ruota gira, qualcuno che ne rimane fuori senza ammortizzatori
relazionali è costretto a lasciare questo bel paese.
Qual
è il valore di ogni singola azione, se poi genera interessi
per pochi e debiti per tutti gli altri?
Perché
a breve anch’io mi relazionerò in vendita, sotto la minaccia
della fame.