lunedì 25 agosto 2014

Razzismo di specie, oppure homo omini lupus

In vacanza, è capitato anche a me di voler uscire dagli schemi, e per questo frotte di gente rituffata nel traffico di vicoli meno spessi, si permette almeno il lusso di mandare in vacanza cervello e buon senso.
Nel pieno d'una domenica d'estate è legittimo fermarsi sullla soglia della sera in uno dei tanti bar con tavolini all'aperto delle nostre magnifiche città italiane. Aperitivo è l'epiteto, aperitivo fa figo, come la voglia di tornare bambini tuffandosi nelle migliaia di possibilità unte, disponibili al palato croccante.
Eravamo lì, in attesa, ad un tavolo, in attesa di una sedia per un nostro amico appartenente alla razza umana. Di fronte a noi le passate vestigia di una mucca diventata borsa era scarsamente disponibile a mettersi a tracolla su di una normale spalliera. Era necessaria la seduta anche per quella possibile reincarnazione in altro essere vivente, così diceva il suo possessore dai lunghi capelli castani con una venatura di grigio.
Alla nostra sinistra campeggiava sulla sedia, con il muso sul tavolino di un delizioso civuaua, imboccato deliziosamente ad altezza uomo dal suo educato padrone, dai corti capelli con striature d'argento, sicuramente fine conoscitore di buona educazione e norme igeniche.
Ad un invito di poterci cortesemente dare la sedia per farci accomodare, per gli appartenenti alla specie bipeda, che della sedia facciamo filosofia, i cari possessori di aninali morti, o leccanti, aprivano le mani a reclamare i diritti delle creature. Dolci discepoli di San Francesco e del Dalai Lama.
Ci siamo alzati e abbiamo preferito fuggire di fronte a tanto rispettoso reclamo per la vita d'altre specie.
Mi sono chiesta se poi magari quelle belle facce di compassione sono le stesse che si mangiano una sana braciola davanti alla televisione, mentre i barconi di immigrati affondano nel Mediterraneo.
Eppure sono della specie bipeda, forse qualcosa in comune ce la dovremmo avere, almeno la compassione per il simile. Si, per la bestia simile.
Poi esclamano, pure, che c'è crisi e non c'è più posto per gli italiani, salvo nella cabina elettorale a mettere un solco convito sullla lega.
Ma si che c'entra, la disperazione merita un lungo cammino di redenzione. Prima di poter avere il posto del cane.

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