Di Dalia Trisullia
Diffido
assolutamente di tutti gli assoluti. Perdonatemi l’assonanza di termini, ma
diffido di quanti credono di possedere la verità, e per questo presumono di poter agitar qualsiasi mezzo per
imporre il proprio credo. Le ultime vicissitudini dell’integralismo hanno
solcato inevitabilmente la nostra attenzione, ma senza rendermi ripetitiva,
ripeto che continuo a diffidare degli assoluti.
Perchè
altri assoluti dai quali diffido è la presunta possibilità di rendere
illimitata la libertà di demolire qualsiasi cosa, idee, soprattutto se
nell’appartenenza di altri. Siamo perfettibili, è legittimo il diritto di
critica, la necessità di ascolto, dialogo per
migliorare, ma la libertà si fonda sull’unico limite del rispetto degli
altri. Quando si toccano corde tanto delicate è presumibile aspettarsi una
reazione, è inevitabile rimanere risucchiati nella paranoia del controllo.
Tuttavia
la nostra cultura, ove il consenso è la faccia pervertita della democrazia, più
si ha la capacità di condire l’attenzione sotto il sacro manto della libertà,
agitando volgarità sotto il sensibile potere dell’inchiostro o il bruciante
fuoco della polemica delle parole di talk show scadenti, e più si moltiplica l’attenzione. L’attenzione
significa comunicazione, significa esistere. E per esistere bisogna farsi
consumare.
Di
fronte alla morte nessuna parola può essere consolatoria. Tuttavia la morte è
il più grande strumento di promozione: promozione della paura ad esempio. In
Italia stanno già inasprendo le pene preventive per tutti coloro che saranno
sospettati di terrorismo. Forse dopo quest’articolo, potrei dire di essere una
candidata.
E
la morte rende sensibili le corde del consumo. Ognuno infatti si chiede sotto l' assedio
della paura: se in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione posso venire a
mancare, perché rinviare la gratificazione di un acquisto?
Dopo
la morte di quei vignettisti, qualcuno godrà di tanta inevitabile e per molti
versi non auspicata attenzione, ma una domanda mi viene da porvi:
quanti
di voi hanno desiderato il prossimo numero di Charlie Hebdo?
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